Index | Galleria | Romeo e Giulietta | La mia arte | Iter artistico | Negozio virtuale | contatti | credits

Romeo e Giulietta

1596-1996 la più grande storia d’amore sfida il tempo
La mia sensibilità di artista non mi permetteva di rimanere indifferente. Fu allora che decisi di fissare sulla tela alcuni frammenti della storia di Romeo e Giulietta, ma non come simbolo di morte - troppo facile uccidere un corpo - ma come simbolo di vita, di amore, di forza, di coraggio, di sofferenza, d'innocenza, di pace.

Perché è questa che alla fine portano e perché con queste armi combatterono una società spietata di cui furono le vittime; e nonostante tutto hanno saputo cogliere l'attimo per vivere il loro grande amore nel silenzio, per poi ritrovarsi uniti nel silenzio della morte e vivere nel tempo. Romeo e Giulietta sono l'ATTIMO e l'ETERNO, per questo il tempo non li cancella e sono amati in tutto il mondo.

Ancora oggi la loro misteriosa presenza ci dà la certezza che l'amore esiste e mai come alla fine del XX secolo si ha il bisogno di questo messaggio.

Il mio grido, paragonabile - se mi è permesso farlo - all'"urlo" di Edvard Munch, è un invito a fermarsi soltanto un attimo se desideriamo ascoltarlo.

Paola Argenti


Prologo

Atto I
Scena V

Atto II
Scena II

Atto II
Scena IV

Atto III
Scena V

Atto III
Scena V


Atto VI
Scena V

Atto V
Scena III

Atto V
Scena III

Atto V
Scena III

Atto V
Scena III


   La Storia

Romeo e Giulietta (Romeo and Juliet) tragedia in cinque atti di William Shakespeare, scritta tra il 1594 e il 1596 e pubblicata nel 1597.

Ispirata ad una novella di Matteo Bandello (a sua volta ripresa da una novella di Luigi Da Porto), nota in Inghilterra attraverso le versioni di Arthur Brooke e di William Painter, essa narra la storia d'amore di Romeo e Giulietta, rampolli delle potenti famiglie rivali dei Montague e dei Capulet (dai nomi veronesi di Montecchi e Capuleti o Cappelletti).

I due giovani si sposano segretamente, ma Romeo, per vendicare l'amico Mercuzio, rimasto ucciso in un ennesimo scontro fra le due fazioni, uccide in duello Tebaldo, un cugino di Giulietta, e viene bandito dalla città.

Giulietta, per evitare di sposare Paride, il pretendente che la sua famiglia vorrebbe imporle, beve un filtro fornitole da un frate, Lorenzo, che la fa credere morta ma in realtà l'addormenta per poche ore. Per un tragico contrattempo, Romeo non viene informato dello stratagemma; crede Giulietta morta davvero e ritornato clandestinamente in Verona si avvelena sulla tomba di lei. Giulietta si ridesta, vede lo sposo morto, e si toglie la vita col pugnale.
^inizio pagina

   William Shakespeare: la vita

William Shakespeare, poeta e drammaturgo inglese (Stratford-on-Avon Warwickshire, 1564-1616). [si firmava di solito Shakspere. Del suo nome che si trova spesso anche Shakespear e Shakespere, si conservano in tutto 83 varianti ortografiche. La forma Shakespeare risulta dall'edizione in folio.]

Nonostante la molteplicità delle leggende, i cui aneddoti curiosi suppliscono alla scarsezza delle notizie certe, la realtà biografica di Shakespeare, è provata da documenti inconfutabili; essi attestano che era il terzo degli otto figli di John, ricco guantaio o proprietario terriero (yeoman) di Stratford che fu balivo della città, e di Mary Arden, appartenente ad un'agiata famiglia dei dintorni. I registri della chiesa della Santa Trinità (Holy Trinity), di Stratford documentano che fu battezzato il 26 aprile 1564, tre giorni dopo la nascita, secondo la tradizione. Il 27 novembre 1582 egli sposò Anne Hathaway, a Stratford il 26 maggio 1583 fu battezzata la figlia Susanna e il 2 febbraio 1585 i gemelli Judith e Hamnet, morto nel 1596.

Il 25 marzo 1616 Shakespeare dettò a Stratford il suo testamento e il 23 aprile morì. La sua tomba è nella chiesa della Santa Trinità di Stratford.

La tradizione ha arricchito questi dati di particolari romanzeschi: lo ha detto figlio di un macellaio, costretto ad abbandonare la città natale, dove faceva il maestro di scuola per aver cacciato di frodo i caprioli nel parco di un signorotto del luogo, sir Thomas Lucy di Charlecote, di cui egli si sarebbe vendicato con una feroce ballata; poi guardiano di cavalli davanti ai teatri di Londra, amante della moglie di un taverniere di Oxford, mrs. Davenante; morto d'indigestione dopo una gozzoviglia con il drammaturgo Ben Johnson e il poeta M. Drayton in una taverna di Stratford.

Alcuni critici hanno infine contestato la paternità delle sue opere vedendo in lui solo un prestanome. Nel corso del XIX secolo infatti, in concomitanza col rinato culto per il teatro di Shakespeare e con l'intensificarsi delle indagini biografiche ed erudite, si avanzò l'ipotesi che l'autore di così vasta produzione non fosse l'uomo di Stratford, ma un personaggio di grande cultura, che per ignote ragioni si celava dietro il nome del modesto e, si presumeva, incolto attore W. Shakespeare. Credendo di identificarlo volta per volta nelle persone del filosofo Francesco Bacone; di William Stanley, 4° conte di Derby; di Robert Devereux, 2° conte di Essex; di sir Walter Raleigh, famoso esploratore e navigatore; di Marlowe, drammaturgo accusato e perseguito per ateismo. Tra tutte le teorie però, quella sembra più attendibile, è quella che lo identifica nella persona di Edward De Vere, 17° conte di Oxford, uomo di vasta cultura e poeta, investito di importanti cariche a corte, il cui stemma presentava un leone shaking a spear (che scuote una lancia), e che per l'abilità nei tornei era denominato Spearshaker (scuotilancia).
^inizio pagina



Paola Argenti con decreto della prefettura di Terni protocollo n° 20141/03 del 14 Aprile 2004 assume il nome di Shina Paula Argenti